Lettori fissi

Informazioni personali

La mia foto
ma sarà strano ma ho 10 anni XD

Cerca nel blog

Powered By Blogger

Elenco blog personale

venerdì 19 giugno 2009


ornitorinco
Stato di conservazione

Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio:Eukaryota
Regno:Animalia
Sottoregno:Eumetazoa
Superphylum:Deuterostomia
Phylum:Chordata
Classe:Mammalia
Ordine:Monotremata
Famiglia:Ornithorhynchidae
Genere:Ornithorhynchus
Specie:O. anatinusL'ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus, Shaw 1799), detto anche platipo o mallangong, è un piccolo mammifero semi-acquatico endemico della parte orientale dell'Australia. È una delle sei specie ancora esistenti che compongono l'ordine dei monotremi, gli unici mammiferi che depongono uova invece di dare alla luce dei piccoli (le altre cinque sono note complessivamente col nome di echidna). È l'unico rappresentante della sua famiglia (Ornithorhynchidae) e del suo genere (Ornithorhynchus), sebbene siano stati trovati alcuni parenti fossili, alcuni dei quali anche nel genere Ornithorhynchus. Il nome scientifico del genere (come quello comune italiano) è composto da due parole greche: ornis-ornithos (ὄρνις-ιθος), che significa “uccello”, e rynchos (ῥύγχος), che significa “muso”. Il nome scientifico della specie è invece derivato dal termine latino per anatra: anas-aLa fisiologia dell'ornitorinco è unica. Il ritmo del metabolismo è considerevolmente basso in confronto agli altri mammiferi, con una temperatura corporea media di 32 °C al posto dei 38 °C tipici dei mammiferi placentati (o Euteri vedi Mammiferi). È incerto fino a che punto questa sia una caratteristica dei monotremi, piuttosto che un adattamento da parte del piccolo numero di specie sopravvissute a dure condizioni ambientali. Il corpo e la larga coda piatta dell'ornitorinco sono coperti di pelliccia marrone. Ha piedi palmati e un largo muso, duro come la gomma, che ricordano più un anatra che qualsiasi altro mammifero conosciuto. Queste caratteristiche hanno fatto sì che fosse conosciuto come Duck-billed Platypus (ornitorinco a becco d'anatra). I primi coloni Britannici lo chiamavano Water Mole (talpa d'acqua).
La taglia varia molto da meno di un chilo e più di due chili; la lunghezza da 30 a 40 centimetri, e quella della coda da 10 a 15 cm. I maschi sono circa un terzo più grandi delle femmine. C'è una notevole variazione nelle dimensioni medie da una regione all'altra, sebbene stranamente questa variazione non sembri seguire nessuna regola climatica.
I cuccioli hanno molari a tre cuspidi (molari tribosfenici), che sono una delle caratteristiche distintive dei mammiferi, mentre gli adulti sono privi di denti. La mandibola/mascella è costruita diversamente da quella degli altri mammiferi, e il muscolo che la apre è diverso. Come in tutti i veri mammiferi, gli ossicini che portano il suono nell'orecchio interno sono completamente incorporati nel cranio, invece di trovarsi nella mascella come nei cynodonti e in altre sinapsi pre mammiferi. Comunque l'apertura esterna dell'orecchio si trova ancora alla base della mandibola. L'ornitorinco ha delle ossa aggiuntive nella cintura scapolare, tra cui un'interclavicola che non è presente negli altri mammiferi. Ha anche un'andatura da rettile, con zampe poste ai lati del corpo piuttosto che sotto di essotis.

veleno

Il maschio dell'ornitorinco ha, su ognuna delle zampe posteriori, uno sperone cavo, che usa per iniettare un veleno prodotto dalle ghiandole crurali, e che usa per difesa dai predatori o nei combattimenti per il territorio. È una caratteristica unica nel suo genere perché, di fatto, l'ornitorinco è l'unica specie di mammifero velenoso conosciuta dopo il toporagno.
Siccome il veleno sembra avere una funzione diversa dai veleni prodotti da specie di non mammiferi, è possibile che contenga peptidi o molecole i cui effetti principali non siano mortali ma tuttavia possano menomare gravemente la vittima. Che possa essere così è evidente dai sintomi dell'avvelenamento da ornitorinco. Per il veleno non esiste ancora un antidoto.
Nell'uomo il sintomo più importante è un dolore immediato e intenso. Presto attorno alla ferita si sviluppa un edema e gradatamente si diffonde nell'arto colpito. Informazioni raccolte da anamnesi e aneddoti mostrano che il dolore si sviluppa in una perdurante iperalgesia che dura giorni o anche mesi. Il veleno non è letale per gli uomini ma può esserlo per i cani e i piccoli animali domestici.


L'ornitorinco è notturno e semi-acquatico, abita piccoli corsi d'acqua e fiumi in un vasto habitat dalle fredde regioni montuose della Tasmania e delle Alpi australiane alle foreste pluviali tropicali delle coste del Queensland a nord fino alla base della penisola di Capo York. Nell'entroterra la sua distribuzione non è ben conosciuta: è estinto nel sud dell'Australia (tranne che per una popolazione immessa sull'isola dei Canguri) e non si trova più nella parte principale del bacino del Murray-Darling, probabilmente a causa della qualità dell'acqua in declino causato da un esteso disboscamento e da piani di irrigazione. Lungo i sistemi fluviali costali la sua distribuzione è imprevedibile: sembra che sia assente da fiumi relativamente salubri, e tuttavia mantiene una sua presenza in altri che sono piuttosto degradati (per esempio il basso corso del Maribyrnong).
L'ornitorinco è un ottimo nuotatore e passa molto tempo in acqua. Tiene gli occhi completamente chiusi quando nuota, affidandosi interamente agli altri sensi. Tutti e quattro i piedi sono palmati. Quando nuota si spinge pagaiando con le zampe anteriori. La coda e le zampe posteriori lo aiutano a cambiare direzione ma non nella propulsione.
L'ornitorinco è un carnivoro. Si ciba di vermi e larve di insetti, gamberi d'acqua dolce (freshwater shrimps e freshwater crayfish) che scava nel letto del fiume con il muso o che cattura nuotando, e all'occasione anche piccoli mammiferi. Il suo becco molto sensibile gli consente di cacciare il cibo senza dover usare la vista. È uno dei pochi mammiferi di cui si sa che possiedano un senso di elettrolocazione: localizza la sua preda in parte rilevando la sua elettricità corporea. La sua elettrolocazione è la più sensibile tra i mammiferi (vedi più avanti nell'articolo).
Quando non è in acqua l'ornitorinco si ritira in una corta tana, dritta e di sezione trasversale ovale, quasi sempre nell'argine non molto sopra il livello dell'acqua, e spesso nascosta sotto un groviglio di radici. Per la riproduzione la femmina scava tane molto più grandi e elaborate lunghe fino a 20 metri e bloccate a intervalli con dei tappi. Essa fa il nido alla fine del tunnel con canne come lettiera.
Essendo un monotremo l'ornitorinco non dà alla luce piccoli vivi ma invece depone le uova in un nido. Le uova sono tenute nel corpo per qualche tempo prima di essere deposte e accudite dal genitore. Quando le uova si schiudono dopo un periodo di incubazione di circa 10 giorni i cuccioli privi di pelo si aggrappano alla madre. Come altri mammiferi, la madre produce il latte per i piccoli. L'ornitorinco non ha capezzoli ma secerne il latte da pori nella pelle. I piccoli poppano il latte dal ventre della madre mentre questa giace sul dorso.


Nell'ornitorinco gli elettrorecettori si trovano in file rostro-caudali nella pelle del becco, mentre i meccanorecettori sono uniformemente distribuiti lungo il becco. L'area elettrosensoriale della corteccia cerebrale è contenuta all'interno dell'area somatosensoriale tattile, e alcune cellule corticali ricevono dei segnali sia dagli elettrorecettori che dai meccanorecettori, suggerendo una stretta associazione tra il senso tattile e quello elettrico. L'ornitorinco può individuare la direzione di una sorgente elettrica; lo fa forse comparando le differenze nella forza del segnale attraverso lo strato di elettrorecettori mentre cacciando muove in modo caratteristico la testa da un lato all'altro. La convergenza corticale di segnali elettrosensoriali e tattili suggerisce l'esistenza di un meccanismo per determinare la distanza delle prede che, muovendosi, emettono sia segnali elettrici sia impulsi di pressione meccanici. La distanza potrebbe essere calcolata dalla differenza nel tempo di arrivo dei due segnali. La maggior parte della sua alimentazione deriva dallo scavare il fondo dei corsi d'acqua con il muso. Forse gli elettrorecettori potrebbero essere usati anche per distinguere oggetti animati e oggetti inanimati in questa situazione in cui i meccanorecettori sarebbero continuamente stimolati. Molte di queste sono solo congetture e c'è ancora molto da apprendere sull'elettrolocazione nell'ornitorinco e nel suo compagno monotremo, l'echidna.

La biologia da campo dell'ornitorinco fu studiata dapprima da alcuni biologi espatriati che visitarono le colonie australiane per raccogliere campioni nell'Ottocento. Il loro operato fu seguito nella prima metà del novecento da un gruppo di studiosi di storia naturale locali e più avanti da un crescente numero di biologi accademici. Tutti costoro contribuirono molto alla comprensione attuale della biologia da campo di questa unica specie australiana.
L'ornitorinco ha una distribuzione generale quasi simile a quella che aveva prima dell'occupazione europea dell'Australia, tranne che per la sua scomparsa dallo stato dell'Australia Meridionale. Comunque sono documentati cambiamenti locali e frammentazione della distribuzione dovuti alla modifica umana del suo habitat. Attualmente la specie popola l'Australia orientale dai dintorni di Cooktown nel nord alla Tasmania a sud. Sebbene non si trovi nei fiumi che scorrono verso ovest del Queensland settentrionale, abita i tratti superiori dei fiumi che scorrono verso ovest e verso nord delle catene montuose divisorie nel sud dello stato e negli stati del Nuovo Galles del Sud e di Victoria. La sua abbondanza storica e presente è comunque meno ben conosciuta e probabilmente è diminuito di numero sebbene venga tuttora considerato comune in gran parte delle sue zone attuali. La specie è stata cacciata ampiamente per la sua pelliccia fino circa all'inizio del secolo.
L'ornitorinco si nutre soprattutto di notte ed è predominantemente un carnivoro opportunista di invertebrati bentici. La specie è endotermica e mantiene la sua bassa temperatura corporea (32 °C) anche quando si ciba per ore in acque sotto i 5 °C. I requisiti principali del suo habitat comprendono caratteristiche fluviali e riparie che garantiscano un rifornimento di prede di specie bentiche e solide sponde in cui scavare tane per riposare e nidificare. La specie ha una sola stagione riproduttiva: l'accoppiamento avviene nel tardo inverno o in primavera e i piccoli appaiono in acqua dopo 3-4 mesi di allattamento nelle tane.
Le osservazioni naturalistiche, gli studi con marcazione e ricattura e le indagini iniziali sulla genetica della popolazione suggeriscono la possibilità che ci siano membri della popolazione stanziali e altri di passaggio e suggeriscono un sistema di accoppiamento poliginico. I recenti studi sul campo hanno ampiamente confermato e ampliato il lavoro dei primi biologi e naturalisti.


Quando l'ornitorinco fu scoperto dagli europei alla fine del '700, una pelle fu mandata in Gran Bretagna per essere esaminata dalla comunità scientifica. Gli scienziati inglesi in un primo momento si convinsero che quell'insieme a prima vista bizzarro di caratteristiche fisiche dovesse essere un falso, prodotto da qualche imbalsamatore asiatico.
La maggior parte del mondo venne a conoscenza dell'ornitorinco nel 1939 quando la rivista National Geographic pubblicò un articolo sull'ornitorinco e sui tentativi di studiarlo e allevarlo in cattività. Questa si è rivelata un'impresa molto difficile e solo pochi cuccioli sono stati allevati con successo finora; degni di nota i risultati ottenuti all'Healesville Sanctuary dello stato di Victoria (Australia).
Vedere un ornitorinco in natura è più un fatto di fortuna e pazienza che di difficoltà. Non amano le zone popolate, passano quasi tutto il loro tempo sottoterra o sott'acqua, e sono soprattutto notturni. Comunque non sono particolarmente rari, e, nelle zone adatte, alla maggior parte degli appassionati di pesca o di birdwatching può capitare di vedere un ornitorinco nutrirsi tranquillamente lungo l'argine di un fiume.
Non sembra che l'ornitorinco rischi l'estinzione immediata. Di volta in volta è classificato come al sicuro ma a rischio in futuro o comune ma vulnerabile, soprattutto perché è una specie sensibile all'inquinamento dell'acqua.





Nessun commento:

Posta un commento